Dai buoni acquisto ai nuovi piani sanitari, al giorno d’oggi, il welfare aziendale evolve e diventa uno strumento chiave per migliorare benessere, motivazione e qualità del lavoro.
Negli ultimi anni il welfare aziendale è passato da essere un semplice insieme di benefit a diventare una vera e propria strategia di valorizzazione delle persone. Le aziende più attente al benessere organizzativo hanno compreso, infatti, che offrire vantaggi concreti ai propri collaboratori non significa solo migliorare la qualità della vita, ma anche costruire un ambiente di lavoro più motivante, inclusivo e produttivo.
Ma quali sono i benefit più concessi? E come le ultime novità del CCNL per i lavoratori in somministrazione stanno ampliando le opportunità a disposizione?
Welfare aziendale: cos’è?
Il welfare aziendale è l’insieme di iniziative, servizi e benefit che un’azienda mette a disposizione dei propri collaboratori per migliorare il loro benessere economico e personale, dentro e fuori dal luogo di lavoro. Tra gli esempi di welfare aziendale troviamo:
- i buoni acquisto, come voucher per attività ricreative, culturali e sportive;
- le polizze sanitarie integrative, programmi di prevenzione e supporto psicologico;
- le iniziative di mobilità sostenibile, servizi per la genitorialità e il work-life balance;
- la formazione continua e i percorsi di crescita professionale.
Queste soluzioni possono essere previste da accordi collettivi o introdotte su base volontaria dall’azienda, che decide di investire nel benessere dei propri dipendenti.
Il benessere organizzativo deriva dal welfare aziendale
L’adozione di politiche di welfare aziendale può generare valore su due fronti: quello dei lavoratori e quello delle aziende.
Per i dipendenti, disporre di strumenti di welfare significa sentirsi riconosciuti e ascoltati. Un piano di benefit mirato permette di alleggerire le spese quotidiane, migliorare il work-life balance e vivere con maggiore serenità la routine professionale.
Per le imprese, invece, il welfare aziendale rappresenta una leva strategica di employer branding. Offrire soluzioni che rispondano ai bisogni reali delle persone aiuta a fidelizzare i collaboratori e attrarre nuovi talenti.
Ma soprattutto, investire nel welfare significa promuovere un modello organizzativo sostenibile, basato su fiducia, motivazione e benessere condiviso.
Quali sono i benefit più diffusi di welfare aziendale?
Secondo la ricerca AON Italia – Report Benefits and Trends 2024, condotta su oltre 5.000 aziende che rappresentano più di 2 milioni di dipendenti, il 79% delle organizzazioni ha già adottato o sta per adottare una strategia di welfare strutturata.
Un dato che conferma come il benessere delle persone sia diventato una priorità strategica per le Risorse Umane. Ma cosa scelgono davvero le aziende?
Al primo posto troviamo i voucher e i fringe benefit, che coprono il 45% delle richieste, seguiti da spese scolastiche (35%), spese mediche (29%) e viaggi o tempo libero (20%).
I voucher e buoni acquisto restano tra i preferiti per la loro flessibilità: permettono di pagare servizi diversi, dal fitness alla formazione, con vantaggi fiscali importanti (confermati dalla Legge di Bilancio 2025 fino a 2.000 € esentasse per chi ha figli a carico).
Cresce anche l’interesse per i servizi alla famiglia e per la sanità integrativa, ormai considerata essenziale in un contesto in cui salute e benessere psicofisico sono sempre più centrali.
Welfare aziendale: le novità per i lavoratori in somministrazione
L’evoluzione del welfare aziendale non riguarda solo le singole imprese, ma anche l’intero settore della somministrazione, dove le Agenzie per il Lavoro svolgono un ruolo attivo nel garantire tutele e opportunità concrete ai lavoratori.
Con il rinnovo del CCNL di categoria, arriva un potente rafforzamento del welfare di settore, con un incremento del 20% di tutte le prestazioni Ebitemp e l’introduzione di nuove misure pensate per sostenere le persone e le famiglie nella quotidianità:
- Rimborso per baby-sitting;
- Contributi per il trasporto extraurbano durante i percorsi formativi;
- Rimborso del materiale didattico per i figli in età prescolare;
- Spese per il rinnovo del permesso di soggiorno.
A queste iniziative si aggiunge anche un importante potenziamento del welfare sanitario, che diventa uno dei pilastri del nuovo contratto collettivo. Il piano prevede un accesso più ampio a prestazioni mediche di qualità (odontoiatriche, fisioterapiche, diagnostiche e ospedaliere) oltre a un pacchetto prevenzione dedicato a salute, benessere e stili di vita.
Un passo concreto verso un welfare che non si limita a offrire benefit, ma che promuove sicurezza, inclusione e salute per tutti i lavoratori in somministrazione.